Vibrazioni in ambiente di lavoro
La nocività delle vibrazioni dipende dalle caratteristiche e dalle condizioni in cui vengono trasmesse: estensione della zona di contatto con l'oggetto che vibra (mani, piedi, glutei,....), frequenza della vibrazione, direzione di propagazione, tempo di esposizione. Gli effetti nocivi interessano nella maggior parte dei casi, sulla base di dati statistici, le ossa e le articolazioni della mano, del polso e del gomito; sono anche facilmente riscontrabili affaticamento psicofisico e problemi di circolazione.
Il DLG.s 187/2005 fissa i seguenti valori limite:
Per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio:
- Valore limite di esposizione giornaliero (giornata lavorativa di 8 h): 5 m/s2
- Valore d'azione giornaliero (giornata lavorativa di 8 h): 2,5 m/s2
Per le vibrazioni trasmesse al corpo intero:
- Valore limite di esposizione giornaliero (giornata lavorativa di 8 h): 1,15 m/s2
- Valore d'azione giornaliero (giornata lavorativa di 8 h): 0,5 m/ s2
Il datore di lavoro elimina il rischio alla fonte o lo riduce al minimo e, in ogni caso, a livelli non superiori ai valori limite di esposizione (5 m/s2 per il sistema mano-braccio; 1,15 m/s2 per il corpo intero) e valuta e misura i livelli di vibrazioni meccaniche cui i lavoratori sono sottoposti.
Il lavoro da strumenti vibranti è da considerarsi tra quelli comportanti un maggior affaticamento psicofisico: da un punto di vista organizzativo, è opportuno introdurre turni di lavoro, avvicendamenti, ecc.
I lavoratori esposti a livelli superiori ai 2,5 m/s2 per il sistema mano-braccio, e a 0,5 m/s2 per il corpo intero, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria, con la costituzione di una cartella sanitaria e di rischio che riporti i valori di esposizione individuali del lavoratore a vibrazioni, comunicati al Datore di Lavoro dal Servizio di Prevenzione e Protezione.